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MAGNETOTERAPIA

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Dall'Antichità alla Medicina Moderna per Guarigioni Rapide e Senza Dolore

Fin dall'antichità, si conoscono gli effetti dei magneti naturali e si è tentato di utilizzarli in medicina. Tuttavia, solo negli ultimi decenni sono stati condotti studi approfonditi sui fenomeni legati all'interazione tra campi magnetici e tessuti biologici, cercando un approccio biofisico adeguato. Nei paesi occidentali, si sono sviluppate due scuole principali, una americana e una europea, che adottano metodologie differenti.

La scuola americana, studiata da Basset, utilizza impulsi magnetici per ottenere forze elettromotrici indotte in prossimità delle fratture ossee. Gli induttori devono essere posizionati in modo da sommare gli effetti della componente piezoelettrica dell'osso con le correnti indotte, creando una sorta di elettroterapia profonda senza l'uso di aghi o elettrodi. Questa tecnica, in particolare, è utile per le pseudoartrosi.

D'altra parte, la scuola europea sfrutta i campi magnetici nella loro totalità, concatenando le linee di forza del campo magnetico esterno con le componenti microscopiche delle strutture biologiche a livello ionico e cellulare. Questo approccio mira a influenzare direttamente o indirettamente importanti componenti dell'organismo, come le endorfine, le membrane cellulari e i sistemi orto e parasimpatico, modulando la sensibilità al dolore, riducendo l'edema cellulare e inducendo risposte locali e generali diverse.

Per quanto riguarda le apparecchiature, oltre a quelle specifiche proposte da Basset per il trattamento di ritardi di consolidamento e pseudoartrosi, in Italia sono diffuse principalmente due tipi di dispositivi: quelli che producono campi magnetici a bassa frequenza, indotti da correnti sinusoidali o rettangolari, e quelli per elettromagnetoterapia ad alta frequenza. La magnetoterapia utilizza campi magnetici pulsanti a bassa frequenza e intensità, indotti da una corrente elettrica che percorre una bobina (solenoide), con l'obiettivo di riportare ordine in aree presumibilmente disordinate magneticamente.

Gli effetti terapeutici della magnetoterapia sono diversi. Essa può modulare la sensibilità al dolore grazie all'azione delle endorfine, ridurre l'edema cellulare e l'infiammazione attraverso la regolazione della permeabilità della membrana cellulare, e stimolare i sistemi orto e parasimpatico, influenzando i vari metabolismi. Gli effetti biologici principali della magnetoterapia possono essere sintetizzati come antiflogistici e anti-edemigeni, e stimolanti dei processi di riparazione tessutale.

Le patologie dell'apparato osteo-articolare, in particolare quelle post-traumatiche, rispondono molto bene alla magnetoterapia, con una riduzione dei tempi di guarigione. La terapia accelera i processi riparativi delle fratture, delle osteotomie correttive e dello scollamento delle endoprotesi, inducendo un effetto piezoelettrico nelle strutture connettivali, favorendo la deposizione di collagene e il miglioramento qualitativo del callo osseo, e migliorando la riparazione dei tessuti molli senza influenzare la temperatura dei tessuti, un aspetto importante per i pazienti con impianti metallici.

In conclusione, la magnetoterapia, grazie alle sue basse frequenze, rappresenta una metodica terapeutica efficace per le patologie flogistiche, traumatiche e degenerative dell'apparato osteo-articolare. È utile per il risanamento delle fratture ossee, il trattamento di contusioni e distorsioni articolari, e i traumi muscolo-articolari. Agendo sui radicali liberi, sugli oligoelementi e sulle sostanze ferromagnetiche intracellulari, contribuisce all'equilibrio omeostatico della cellula, esercitando un'azione anti-infiammatoria e promuovendo l'attivazione degli scambi metabolici e delle funzioni della membrana cellulare. La magnetoterapia accelera i fenomeni riparatori, ha un'azione antalgica, anti-edemigena, anti-infiammatoria e biostimolante, con l'assenza di effetti collaterali importanti, offrendo un benessere duraturo e un'azione biologica prolungata nel tempo.